Sostenibilità
Oggi sicuramente di grande attualità parlare di bioplastiche, del loro utilizzo e delle loro potenziali applicazioni; ma realmente, quale il vero significato del termine partendo dal lemma riportato nella enciclopedia Treccani: “Termine con cui si fa riferimento a diversi tipi di plastica realizzata non a partire da derivati del petrolio, bensì con materie prime rinnovabili quali mais, grano, patate dolci, canna da zucchero, alghe, oli vegetali etc …”
Il principale obiettivo delle bioplastiche quello di abbattere la quantità di CO2 emessa nel processo di produzione (dal monomero al polimero), riducendone l’impatto ambientale, rispetto alle plastiche tradizionali, con grandi benefici ambientali. L’associazione European Bioplastics definisce le bioplastiche come materiali plastici derivati da biomasse e quindi la corretta definizione sarebbe plastiche “bio-based”.
Per biomassa si indica il vastissimo gruppo di materie prime organiche che hanno in comune l’origine naturale e che possono costituire il substrato di processi fermentativi per ottenere prodotti chimici di pregio (proteine, etanolo). Principalmente sono di origine vegetale e quindi risorse rinnovabile, in grado di rigenerarsi velocemente (cicli annuali e/o biennali) grazie all’energia del sole e all’azione biochimica della fotosintesi clorofilliana.
Quindi le bioplastiche derivano da monomeri che non sono prodotti da fonti fossili (petrolio e gas) e quindi non rinnovabili. Si deve ricordare che i prodotti di base petroliferi, pur avendo una genesi naturale, dato che la loro origine da esseri viventi (vegetali e animali), ma essendo stati trasformati in ere geologiche, non sono considerate fonti rinnovabili.
Per una corretta interpretazione scientifica e per analizzare le applicazioni delle bioplastiche, si dovrebbe scindere il concetto di “rinnovabilità” da quello “biodegradabilità”:
- rinnovabilità si riferisce all’origine del polimero;
- biodegradabilità si riferisce al fine vita del polimero.
Non tutte le bioplastiche sono biodegradabili, ma considerando che sono dei polimeri termoplastici, anche le plastiche “bio-based” non biodegradabili sono materiali riciclabili al 100% al termine del ciclo di vita come le termoplastiche tradizionali, come viene presentato nel percorso azzurro della Figura 1 (fonte European Bioplastic).
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